La morra Chinosa

La morra Chinosa

Tra riff pitoneschi, chitarre squamate, voci biforcute e battiti a sonagli, Private Music completa la minima fauna necessaria per imbastire il gioco d'azzardo preferito dai Deftones.

29 Agosto 2025

Chissà che traumi deve aver subito Chino Moreno in tenera età. Qualcosa che ha avuto a che fare con gli animali bianchi, di sicuro. Tipo:

  • Si potrebbe andare tutti quanti allo zoo albino.
  • Vengo anch'io!
  • No, tu no!

E il piccolo Chino giù a piangere disperato come un qualunque Enzo Jannacci della West Coast.

Sì, perché non so se ve ne siete accorti, ma l'intera discografia dei Deftones sembra uscire da un incubo ambientato in un allevamento di bestie candide al limite dell'eburneo. Prima il pony, poi il gufo, adesso questo splendido serpente immacolato, viscidissimo ma quasi marmoreo allo stesso tempo, sinuoso eppure ieratico.

Private Music è un disco che ti si insinua sottopelle, mentre lui, la pelle, la muta a ogni cambio di stagione. E a quanto pare, per la band di Sacramento, questa è la stagione dei cambiamenti: non più un'aggressione diretta e frontale, ma un attacco dal basso, silenzioso, strisciante, in attesa del momento giusto per affondare i denti nei vostri polpacci di residuati nu-metal ultraquarantenni, per poi stringere in una morsa soffocante i tatuaggi tribali sbiaditi che portate sotto le maniche della camicia inamidata. E vedere di nascosto l'effetto che fa.

Un disco con la zeppola, che porta il metal sifulo su un altro livello di sigmatismo sonoro.

Il suono non esplode più, ma penetra tra i muscoli come veleno che altera la coagulazione armonica di chitarre che fingono di smettere di graffiare: scivolano lente, come squame che sfregano l'una contro l'altra. La sezione ritmica che una volta galoppava sfrenata ora vibra a sonagli: battiti secchi, ossessivi, pronti a sussultare ignari del lato da cui si presenterà il pericolo. E Chino che rinuncia a cantare o a urlare: sibila, biforcuto, alternando carezze letali a improvvisi morsi nel buio. Come se — beata la saggezza che arriva con la vecchiaia! — avesse ormai capito che in un mondo di serpi, non vince chi inietta la tossina più potente, ma chi ha in tasca l'antidoto. E sa usarlo a sangue freddo.

Maestri da sempre nell'ambito di un crossover ibrido, i Deftones non hanno mai brillato per dizione perfetta, ma dopo trent'anni si prendono il lusso di elevare un difetto di pronuncia a stilema fatto e finito. Ecco quindi che Private Music mostra orgogliosamente la sua natura di disco con la zeppola, pronto a portare il sigmatismo metal su un altro livello, dove ogni "S" sifula ti assalta le orecchie come un coltello che sfrega sul fondo della padella.

Il disco che mancava per completare la loro personale morra cinese da National Geographic: il cavallo scalcia l'allocco con una zoccolata volante, il rettile mozzica l'equino sui garretti, il barbagianni plana ovattato e afferra con gli artigli la biscia. Scegliete il vostro campione e puntate la pensione alla cassa del racket delle zoomafie. Ma occhio a non farvi beccare, perché le scommesse sui combattimenti tra gli animali, in sede di giudizio, ricadono nel penale!

Raffaellie