Chi è Spineless? Che roba è questa? Un magazine di controcultura? Un blog come quelli di una volta? Un curriculum vitae che qualunque azienda cestinerebbe? Una malinconica seduta di autoanalisi? Ma soprattutto: ce n'era davvero bisogno? Tutto quello che avreste voluto sapere una volta arrivati qua (per caso, ci mancherebbe) e nessuno ha mai avuto il coraggio di dirvi. Mica per cattiveria, è che fondamentalmente non ne aveva la più pallida idea. Insomma, un buon posto per cominciare.
Random Talks of Senseless Confidence è il 33-esimo e ultimo blog di Spineless.
33-esimo per modo di dire (come gli anni di Cristo), nel senso che non si è messo a contarli, Spineless: semplicemente è consapevole di averne aperti tanti. Forse più degli anni di Cristo, pace all'anima sua. Come giustificazione poco efficace ci tiene a sottolineare che è abbastanza sicuro di averli chiusi tutti, ma tant'è. Ultimo perché comincia a esser vecchio, Spineless, e stare su quello che è diventato l'internet di questi tempi è sempre più faticoso.
Non è quindi un caso che, in quanto ultimo (ma anche — perché no? — 33-esimo), il suo principale obiettivo sia quello di raccogliere tutte le briciole che Spineless — novello Pollicino degli albori del web — ha lasciato in giro negli ultimi vent'anni (qualcuno direbbe tutta la spazzatura con cui ha inquinato la rete, ma si sa: haters gonna hate — e comunque oggi il termine giusto è "impronta digitale", capre!). Caustici post di due righe, insopportabili pipponi che non si sa dove vanno a parare (se fate uno di quei lavori moderni tipo web content editor li chiamerete longform), ma soprattutto roba che parla di musica. Non solo appartenenti ai suoi 32 blog precedenti, ma anche presi da altri posti in cui Spineless è stato chiamato a scrivere. Sì, perché c'è stato un momento che Spineless lo volevano tutti. Sempre gratis, s'intende.
Se poi capita, magari, anche qualcosa di nuovo. Ma non fatevi troppe illusioni al riguardo. Perché comincia a esser vecchio, Spineless, e stare su quello che è diventato l'internet di questi tempi è sempre più faticoso. Ma forse questo l'avevo già detto, a testimonianza che l'Alzheimer galoppa e non perdona.
La morte di Splinder e la fine di un'era. La glaciazione del web e la ristrutturazione della blogsfera: autocommiserazione in vetrina e strategie di sopravvivenza sull'internet.
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Random Talks of Senseless Confidence — il titolo, dico — è mutuato da una vecchia canzone degli Anthrax: Random Acts of Senseless Violence, tratta dall'album Stomp 442. Erano gli Anthrax di metà anni '90, quelli del periodo John Bush, dopo l'abbandono di Joey Belladonna e prima del suo ritorno: gli Anthrax che strizzavano l'occhio al nu-metal. Insomma, i migliori Anthrax di sempre, ma non ditelo ai fan degli Anthrax, che sicuramente non sarebbero d'accordo e rivolgerebbero sul povero Spineless i succitati atti casuali di violenza insensata per il solo fatto di essersi lanciato in un giudizio così tranchant. La canzone stessa è ispirata all'omonimo romanzo di fantascienza distopica vagamente cyberpunk, scritto un paio di anni prima da Jack Womack. È fondamentalmente il diario di Lola Hart: innocente e paffutella ragazzina di dodici anni all'inizio, fighetta insopportabile iscritta a una delle migliori scuole private di Manhattan poi, e ovviamente spietata street-gangster per cause di forza maggiore in conclusione. Womack ci dà dentro di insensata violenza con l'atteggiamento di un Ballard o di un Burroughs qualunque, ovvero con un compiaciuto, malatissimo brio. Spoiler alert l'avevo detto? Mannaggia a me.
Comunque. Oltre all'assonanza musicalmente irresistibile, a Spineless piaceva questo concetto di chiacchiere casuali in un contesto di insensata confidenza, e il contrasto tra la malcelata tenerezza che ne deriva (quando la vecchiaia avanza ci si commuove più facilmente) e l'originale violenza sia della canzone che del libro, tra la fisicità dell'azione e l'inoffensività delle ciance. In fin dei conti, questo vuole essere il 33-esimo e ultimo blog di Spineless: una serie di racconti intorno al fuoco, o appoggiati al bancone di un bar, tra pochi amici di cui non si ha paura di fidarsi. Un atto di coraggio, in qualche modo, perché — come ci ricorda vita natural durante l'ottimo agente Fox Moulder — l'unica regola che in genere ti salva il culo è "Trust no 1", e ogni forma di confidenza e/o fiducia (anche fosse solo banalissima self confidence, che quelli che ne sono privi — di fiducia in se stessi dico, come Spineless — amano chiamare "sboronaggine") è, al giorno d'oggi, per natura insensata e pericolosa.
D'altronde qui, ormai, non abbiamo più molto da perdere, men che meno da guadagnare. Siamo vecchi, se non si fosse capito: dischi rotti, affaticati, stanchi. E non possiamo più sprecare tempo a dire cose che non ci va di dire.
Che poi, ora che ci penso: amici un cazzo, fidarsi di chi? Nel senso: a voi, chi vi conosce? Chi vi ha mai visto? Un fiorino!