Musica triste

Musica triste

La gente, non c'è verso di fargli capire le proprietà terapeutiche della malinconia. Che è convinta che la musica serva per tirarsi su e addirittura per ballare, la gente. Io non mi capacito proprio.

31 Luglio 2007

Io c'era un periodo, un po' di tempo fa: ora meno. Cioè, solo a tratti, ora. Che i periodi son cose che succedono per un po' di tempo una volta, poi tornano dopo a tratti quando meno te lo aspetti: son cose pericolose che non ti riesce di metterci un punto quei periodi lì.

Che in realtà, a voler essere pignoli, i periodi son anche altre robe fatte di frasi soggetto verbo predicato che poi ci metti un punto e allora son finiti, questi altri periodi qua: robe che si fanno con le parole e che di conseguenze non son meno pericolosi dei periodi di cui sopra, che invece son fatti di tempo che scorre e altre componenti imprevedibili — ma ora non vorrei metter troppi periodi al fuoco, che qui non si parla dei periodi in senso strettamente grammaticale, promesso.

Io insomma c'era un periodo un po' di tempo fa: questo periodo, era un periodo che ascoltavo musica triste, devo dire. Esser sincero, quasi solo musica triste ascoltavo, quel periodo là. Mica malinconica o romantica: proprio triste. Musica tristissima, dire il vero. Triste senza scampo, bisognerebbe dire. Mica cupa e oscura: proprio triste che non si può definire in altro modo che triste. Triste e basta. Punto: nient'altro da aggiungere al fatto che era triste, quella musica che ascoltavo, di una tristezza che, vien da pensare, ci sarà una fine a tanta tristezza, invece.

Invece poi ti rendi conto che una fine non ce l'ha: è musica di una tristezza senza fine.

La gente

Che anche le persone che venivano in macchina con me, che magari si doveva andare da qualche parte, anche queste persone, sentire questa musica che usciva dall'autoradio, mi guardavano e mi dicevano compassionevoli: «Ma che ti succede che ascolti sempre questa musica così triste? Che prima non eri mica così», si preoccupavano, «sempre lì ad ascoltare questa musica triste, si può sapere che ti succede, a te?», mi dicevano questi tipi che conoscevo bene quando salivan su sulla mia macchina in quel periodo che dall'autoradio usciva una musica triste di una tristezza che non finiva più.

E allora io, i primi tempi che mi chiedevano così, rispondevo sempre con la stessa frase:

La gente, non c'è verso di fargli capire le proprietà terapeutiche della malinconia alla gente.

Rispondevo io da dentro l'abitacolo della mia macchina triste e non dicevo altro. L'unica cosa che dicevo era questa, e cioè che la gente, non c'è verso di fargli capire le proprietà terapeutiche della malinconia alla gente.

Le frasi

Anche se, dire il vero, ci sarebbe stato da aggiungere che la situazione non era proprio così tragica, che la gente, a volte capita pure che le capisce le proprietà terapeutiche, ma tende inspiegabilmente a sottovalutarle.

Poi però non l'aggiungevo mica questa cosa qua che la gente a volte capisce ma sottovaluta. Un po' perché mi parevan parole sprecate, visto che comunque partivo dal presupposto che la gente non capiva. Un po' perché ad allungarle troppo le frasi (tipo «la gente, non c'è verso di fargli capire le proprietà terapeutiche della malinconia alla gente e anche le volte che c'è verso poi lei le sottovaluta, le proprietà») poi diventan brutte che non ci son parole per raccontarlo quanto diventan brutte le frasi ad allungarle troppo.

Un po' come i periodi.

Conclusioni affrettate

Che poi, quando proprio ero a corto di fiato e di sorrisi, c'eran pure le volte che queste ultime cose qui non le dicevo per davvero, mi limitavo a farle intendere. E, guardar bene, dovevo esserci proprio riuscito bene, far intendere queste cose, che per un po' di tempo, non c'è venuto più nessuno in macchina con me.

Farla breve, era evidente che, quel periodo di cui si va parlando, la gente non ci voleva avere niente a che fare con la macchina di uno che ascoltava sempre musica tristissima e dall'autoradio di questa macchina usciva sempre fuori questa musica di una tristezza che si faceva fatica, sopportarla, son sincero. Che queste persone ce ne son tante in giro, di queste persone che, si vede, queste persone pensano che se uno ascolta musica triste, deve per forza esser triste anche lui.

Io, dire il vero, non lo so mica se sono triste o no, che non mi conosco poi così bene da poter giudicare, bisognerebbe che approfondissi la mia conoscenza, perché, ora come ora, non so dire se sono triste oppure no, io.

Solo, si vede che nella testa di queste persone succede questa equazione automatica che se dalla tua autoradio esce sempre musica triste, anche te — che sei proprietario dell'automobile e quindi dell'autoradio — devi essere per forza triste. Se, invece, dalla tua autoradio esce sempre musica allegra, allora te, caro utente festaiolo, devi essere una persona che, starci insieme, c'è proprio da divertirsi, che, salire in macchina con te, da matti ci si diverte, se dalla tua autoradio vien fuori musica che ti vien voglia di muovere il culo.

La gente, non c'è verso di fargli capire le proprietà terapeutiche della malinconia alla gente, parer mio.

Anche ora

Io, però, anche se mi son successe queste cose non proprio piacevoli, non proprio da festeggiare, per colpa della musica triste che ascoltavo in quel periodo che durò un bel po', quel periodo, io, a tratti, ci son dei periodi che mi vien da ascoltar di nuovo solo musica tristissima.

Anche ora che ascolto pure musica allegra che la gente è tornata a salire in macchina con me, anche ora ci son dei momenti, a tratti, che sento proprio la necessità impellente di metter su qualcosa di incredibilmente triste che poi la gente che era finita in macchina convinta che ci si divertiva per via della musica carnascialesca poi ci riman male. E allora inzia a guardarmi storta come si guarda un eroinomane che c'è ricaduto, cercando sospettosa buchi di conferma sulle mi braccia: «Avrai mica ricominciato con quella musica triste come quel periodo là?», mi fa poi quella gente.

Io, la gente che al prima nota di tristezza ti cerca subito sospettosa i buchi nelle braccia mi sa che non c'è proprio verso di fargli capire le proprietà terapeutiche della malinconia a quella gente là, parer mio.

Che io non ci posso far niente, devo dire, esser lì, ascoltare la musica più triste che conosco, mi mette addosso una certa energia, devo dire, mi mette addosso una certa fiducia, che sentire tutta questa tristezza che esce fuori, sentire tutta questa tristezza come seguire la corrente di uno stato d'animo per finire in un altro. Pensare così, va detto, mi fa scivolare addosso una certa euforia, tutta quella musica triste che esce dal tristissimo autoradio della mia macchina triste.

Sì. Come dire. Ecco. Una cosa del genere: tutta quella tristezza ci son periodi che a me, a tratti, mi mette quasi allegria.

Canzonette
La sagra del bimbo arrosto