La sagra del bimbo arrosto

La sagra del bimbo arrosto

Dialoghi su Dio e sull'Uomo tra gli indigeni e noi, privati del sonno e affamati dagli stenti di un Ferragosto affollato lungo la costa tirrenica, rossa e traditrice.

22 Agosto 2007

La costa tirrenica del sud della Toscana d'estate pullula di sagre. Le sagre son posti che ci si mangia, posti che ti alzi con la pancia piena convinto di aver speso meno che al ristorante e invece hai speso uguale, ma non importa: tutta un'altra musica, tutta un'altra atmosfera.

La costa tirrenica del sud della Toscana è un posto che va parecchio di moda da un po' di tempo a questa parte, e oltre che di sagre pullula anche di VIP. I VIP son gente che meglio non incontrarla, né d'estate né d'inverno: gente che va nei posti, e quelli (i posti dico) perdono tutto il fascino che avevano una volta.

Anche le sagre da un po' di tempo a questa parte son venute parecchio di moda. Dice mio nonno che c'è entrato il business di mezzo. Anche se mio nonno son convinto che nemmeno lo sa, cos'è il business: pensa sia un tizio americano, ma intuisce comunque che è un poco di buono.

  • Come tutti gli americani.

Generalizza il vecchio professore di analisi matematica Izyaslav Nikolaevich Markov, ora disegnatore di frattali sul lungomare di Viareggio, lui che, nella sua testa, è ancora in piena Guerra Fredda.

Ma dicevamo la moda delle sagre. Ecco, sì: sarà per quello ma anche loro, di conseguenza, hanno perso un po' del fascino che avevano una volta. Roba che uno gli vien da pensare che le cose, in generale, è inevitabile: perdon sempre il fascino che avevano una volta.

Vitto e alloggio

La costa tirrenica del sud della Toscana d'estate, per via di tutta questa storia delle mode e dei VIP che pullulano, non c'è verso di trovare un campeggio libero, d'estate sulla costa tirrenica del sud, in Toscana. Però in compenso, per via di tutta questa storia delle mode e delle sagre che pullulano, se ti accontenti di dormire in macchina per tutta la vacanza («Non sarà il Ritz, ma meglio che per terra», diceva il Batacchi Riccardo — playboy da bosco e da riviera, terrore delle giovani straniere in vacanza a Lido di Camaiore negli anni '60 — lui che sulla sua Lancia Fulvia c'aveva concepito anche il figliolo, Batacchi Ricky Jr., che — sarà un caso ma anche no — ora fa il carrozziere a Montemagno) poi la sera, per cena, c'è solo l'imbarazzo della scelta, che appena ti guardi intorno sei letteralmente sommerso da tutti quei cartelli dalla grafica semplice ma colorata. Sagra del tortello salato di Riotorto, Sagra del cinghiale d'acqua dolce di Braccagni, Sagra dell'etrusco in salmì di Vetulonia: cose così.

Basta stare attenti ed avere l'accortezza di scegliere i paesini un po' più sperduti, giusto per evitare di sbagliarsi con qualche sagra VIP e rischiare di incontrare, che ne so, Prodi o Sting.

Pochi Grilli per la mappa

Per esempio Grilli. Grilli è un posto che non si sa bene dov'è: c'è chi dice in provincia di Livorno, chi dice in provincia di Grosseto, qualcuno anche dice anche in provincia di Piombino, anche se Piombino ancora non fa provincia, ma si sa: c'è tanta ignoranza in giro. Insomma, non si è mai capito. Figuratevi, Bossi dice che è in provincia di Piacenza, ma per lui il David di Michelangelo è in Piazza San Marco, a Venezia, quindi capirai quanto fa testo.

A Grilli saran quarant'anni che fan la sagra, e allora andiamo a Grilli, ci siam detti noi. Noi siamo quelli che hanno dormito in macchina e poi a una cert'ora c'avevan fame, ma senza VIP possibilmente.

Il problema è che Grilli sulla cartina non c'è, c'è esclusivamente su Google Maps. Solo che a Grilli non c'è connettività wireless, quindi siamo da capo.

«Chiediamo a un indigeno», ci siam detti noi (che siam sempre quelli di prima, noi).

Gli indigeni

Gli indigeni dell'entroterra della costa tirrenica del sud (in Toscana, Italia) son degli ometti strani, di una certa età (hanno fatto tutti almeno una delle due grandi guerre, qualcuno anche la Guerra dei Cent'anni), d'estate si vestono con braghette corte, canottiere lise e le prime ciabatte che capitano. Qualcuno, a volte, ha in testa anche il cappellino dei Los Angeles Lakers, probabilmente simpatico dono di un familiare oppure inaspettata vincita alla lotteria settimanale del circolo, dove invece avrebbe preferito portarsi a casa un bel prosciutto o la bottiglia di Brunello del '98. Parlano (non solo d'estate ma anche d'inverno) un grazioso idioma che è un misto tra livornese ed etrusco antico, con qualche sbavatura di romanesco del nord.

Noi tentiamo comunque l'approccio:

  • Scusi, ci dovrebbe essere una sagra da queste parti…
  • Eh?
  • Una sagra…
  • No.
  • Come no? No cosa?
  • No, e ti di'o che di sacre qui un ce n'è!
  • Ma… è sicuro?
  • Oh, e ci vivo, io, qui… è dal '27 che sto qui, a parte i'tempo che ho passato a Pavana, un po' più su, sull'Appennino, ha'presente? Ecco, a parte i'tempo che ho passato lassù a sparare su'tedeschi quando c'aveo meno di vent'anni, e un mi son mai mosso di qui. E di sacre qui un ce n'è, te lo di'o io.
  • Sa… è che si son letti dei cartelli con su scritto che in zona ci dovrebbe essere una sagra… Grilli è qua vicino, no?
  • Io Grilli un ci so' mai stato… io i grilli me li ricordo che mi facevan compagnia di notte d'estate lassù a Pavana, sull'Appennino, ha'presente? Ecco, lassù di notte che ti tocca di sta' sveglio a senti' se si movano i tedeschi e un tu poi nemmeno parla' con qualche compagno che il più vicino è a du'chilometri nel bosco, ha'nteso? Ecco, allora l'unica è di mettessi a'scoltà i grilli che di notte fann'ompagnia, te lo di'o io.
  • Insomma, lei di sagre qui intorno non ne sa niente.
  • Oh, qui di sacre un ce n'è… in piazza ci ballano alle nove, viene la Sabrina coi Mitici, che son la banda di liscio più bravi di qui, ma di sacre un ce n'è, te lo di'o io.

Pausa. Ci guardiamo con tutto l'affetto di due sponde dello stesso fiume, che vorrebbero parlarsi ma non si capiscono. Poi lui fa un ultimo tentativo:

  • Oh, lì c'è la 'iesa.

Noi lo guardiamo basiti. Lui si sente in dovere di argomentare:

  • Se uno ci crede, di sacra c'è quella.

Così la domanda segue spontanea:

  • E se uno non ci crede?
  • Eh, allora è un casino bimbo mio, te lo di'o io che è sessant'anni che voto piccì.

Ora, al di là del fatto che sentirsi dare del "bimbo mio" a ventinove anni e alle soglie della pensione son soddisfazioni, mi spiego tutte quelle schede nulle alle elezioni: ci son dei posti che la gente crede sia ancora vivo Berlinguer:

  • Comunque, anche se un ci'redete, se bussate, il prete di qui l'è una persona ammodo, gli dite che siete forestieri magari un pezzo di pane e formaggio co' un bicchier di vino ve lo dà anche...

È lì che pure noi non possiamo esimerci dal fare coming out:

  • Ma via, come si fa? Siam comunisti anche noi…

Lui scuote la testa e sorride, poi, guardando il pulmino dei Mitici che sta salendo su dalla salita, ci fa:

Ah, e allora, a meno di un trova' qualche bambino in giro, mi sa che stasera vi tocca di salta' la cena.

Musica triste
Il senso della vita