Random Talks of Senseless Confidence

Dal 2005 ad oggi, dei Saint-Etienne si erano perse le tracce ufficiali (se si esclude l'evitabilissima kitsch-compilation natalizia A Glimpse Of Stocking) al punto che in molti avevano iniziato a rileggere e interpretare Tales From Turnpike House come il loro epitaffio, piuttosto che uno spaccato architetturale del concetto di villetta a schiera come poteva sembrare a prima vista.

Niente paura invece, perché, a sette anni di distanza, questo trio che diresti francese ma invece è londinese fino al midollo, torna a rassicurare i propri fan con un nuovo lavoro, Words and Music. Un buon disco, indubbiamente, che però non convince del tutto in quanto, nonostante le precise indicazioni della band in una recente intervista online («Al semaforo a sinistra, poi tutto a dritto fino al baracchino del kebab, tenendo il parco alla vostra destra»), fatica a trovare una direzione ben precisa.

L'impressione è che il gruppo inglese si renda in parte conto di questa lacuna e cerchi di correggere in qualche modo il tiro, con la consueta classe che li ha sempre contraddistinti in venti anni di carriera. Così i Saint-Etienne provano a metterci una pezza, e lo fanno appunto à la Saint-Etienne, ovvero guardandosi indietro con nostalgia e un certo touch retrò, andando a rispolverare — oggi, ai tempi di Google Maps — il buon vecchio TuttoCittà, con i suoi settori quadrati da battaglia navale e le vie scritte fitte fitte. Strategia, questa, che da un lato permette alla band di cavarsela ancora una volta con un certo mestiere, ma che, dall'altro, non evita a questo nuovo album di lasciarti addosso quel senso di disorientamento, incompiutezza e mancanza di un vero e proprio punto di riferimento.

Sì, è inutile negarlo: i Saint-Etienne fanno musica per palati fini, ma a questo Words and Music manca ancora qualcosa.

Tipo un bel punto rosso con su scritto «Voi siete qui».