Le copertine dei dischi ai tempi di Tumblr

Le copertine dei dischi ai tempi di Tumblr

Le GIF non muoiono mai, anzi, per natura, danno vita a immagini statiche. Ma fino ad oggi nessuno aveva avuto la brillante idea di applicare il concetto alle cover dei dischi più famosi.

8 Ottobre 2014

La storia dice che spuntarono fuori negli early 90s più che altro per permettere ai nerd di farsi le linguacce sui forum: un motivo più che valido, questo va detto. Poi son cadute nell'oblio perché "troppo anni '90", come le camicie di flanella, i Soundgarden e la depressione adolescenziale, al punto che sui primi iPhone nemmeno riuscivi a vederle. Ora vivono una nuova giovinezza grazie a Tumblr, al punto che pure la Apple ha dovuto cedere al loro innegabile fascino retrò. Anche perché tutto torna alla fine, e gli anni '90 (come ben sapete, cari amici noncuranti del look che ascoltate il nuovo dei Soundgarden avvolti nella vostra camicia a quadrettoni che tiene caldo quel che rimane di una teenage angst di mezza età) son di nuovo qua.

Le GIF animate, dico. Più agguerrite e demenziali che mai, dichiarano lotta aperta alle antiquate emoticon, sfondano provocatoriamente le soglie della decenza e non si fanno scrupoli a infettarci pure le copertine dei dischi. Dice che c'entrano le copertine dei dischi. C'entrano, c'entrano.

Aenimazione

Perché io nel '96 avevo creduto che il massimo della vita instillabile nell'artwork di un CD fosse quella presente nell'edizione limitata di AEnima dei Tool, con il suo packaging lenticolare che generava una specie di effetto Moirè, ovvero (giusto per non scomodare parole di elite in francese che metterebbero in soggezione anche personaggi di un certo livello come Marina Ripa di Meana) quella roba che se la guardi da una diversa angolazione vedi un'illustrazione completamente differente, come in certe cartoline che vendevano all'autogrill di Migliarino Nord: se le fissavi frontalmente c'era scritto «Saluti da Caprona (PI)», ma se le inclinavi leggermente, come per magia, usciva fuori Moana Pozzi nuda che diceva «Pisa merda!», massimo rispetto e pace all'aenima sua.

E fino a ieri la cosa più ardita che avevamo avuto il coraggio di chiederci era stato cosa ci fosse on the other side of the cover o, in altri termini, quale fosse il culo delle copertine. Oggi invece — come buona consuetudine del nostro esseri umani che quando ci dai una mano ci prediamo tutto il braccio senza porgere l'altra guancia della nostra bella faccia (bella come il culo, appunto) — pretendiamo che le copertine inizino a muoverlo, il culo dicevamo, e ce lo facciano vedere senza che ci prendiamo nemmeno la briga di sfogliare il booklet.

Tutto questo grazie all'ottimo, a modo suo geniale, lavoro di un certo JB. Uno di cui non si sa nulla (in realtà, stando al retweet che mi ha concesso, dovrebbe trattarsi di un certo Juan Betancourt da Buenos Aires: è un appassionato di calcio e vecchi videogiochi e ha deciso, dopo un notevole sforzo di copywriting, di chiamare il suo cane Rex), ma che a quanto pare ha un sacco di tempo da perdere e lo occupa così.

Che Iddìo lo perdoni. E poi, come sempre, nella natura circolare delle cose, l'abbia in gloria.

JBetcom's Music
jbetcom.tumblr.com
image image image image image image image image image image
Note a margine
Questa selezione visuale di capolavori underground era stata originariamente presentata tra le News from 2186 di pilltapes.com e resa disponibile gratuitamente al grande pubblico sull'omonimo sito, prima che tutto andasse in malora e le GIF diventassero mainstream sui social media. La riportiamo anche qui per questioni di sanità pubblica, completezza e perché Spineless è come il maiale: non si butta via nulla. Ma soprattutto per non dimenticare, a perenne memoria di quando l'internet era un'altra cosa.
Piccola Cavriago
How to (not) disappear completely