Piccola Cavriago

Piccola Cavriago

Cracovia come Cavriago, piccole Pietroburgo. Solidarnosc e ebraismo, arte concettuale e post-comunismo in un omaggio agli Offlaga Disco Pax, dove anche Lenin finisce le lacrime per piangere.

2 Luglio 2014

Nella città dove è nato Robert Kubica, dove è cresciuto professionalmente papa Wojtyła e dove una volta (in un memorabile concerto del 1964) ha cantato Orietta Berti interpretando le canzoni di Suor Sorriso, c'è Piazza Lenin (chiamiamola così). Ed in mezzo, una statua di Lenin.

Se uno ci pensa, non ci può credere.

Faceva un po' schifo Piazza Lenin: per dire, manco c'era una statua di Lenin (infatti mica si chiamava Piazza Lenin). Ma ora la stanno aggiustando.

Una statua di un non precisato materiale verde-fluo come i pisellini freschi della galassia di Orzypeckk, e ai suoi piedi una pozza di dubbia provenienza e due barboni abitudinari che per guadagnare poche lire di elemosina si fanno fotografare dai turisti in pose hipster da artisti concettuali: c'è scritto che è stata fusa nel 1980 e poi donata da una sezione del Partito Comunista di Gdańsk, anonima cittadina polacca sul baltico a soli 600km da lì. Perché — ed è la cosa davvero pazzesca — a Lenin sono intitolati i cantieri navali di Gdańsk (Vladimir Lenin Stocznia). Da sempre: nessuno ha mai revocato la delibera del consiglio comunale di allora.

Rivoluzione

E proprio il cantiere Lenin a Gdańsk fu il luogo di origine di Solidarność, il sindacato e movimento che negli anni '80 stimolò la nascita di rivoluzioni pacifiche negli altri Paesi del blocco comunista, distinguendosi per la sua scelta non-violenta e la sua capacità di far leva sul genuino e popolare sentimento cattolico del popolo polacco, e che proprio a Cracovia trovò la sua massima espressione e riconoscimento anche tramite l'arciverscovato di Karol Wojtyła (prima che il nostro partisse per Roma, continuando comunque a ricordarsi degli amici attraverso una buona dose di finanziamenti occulti — chiedere a Paul Marcinkus per le ricevute e gli scontrini).

La piazza è così diventata (un po' a presa di culo) Piazza Lenin, e gli abitanti ne sono fieri.

Kosher

Cracovia: ottocentomila anime alle porte di Cholerzyn.

Lo starosta (sarebbe il sindaco, beata ignoranza!) Jacek Majchrowski è stato eletto con una maggioranza vagamente di sinistra (Sojusz Lewicy Demokratycznej — SLD, non a caso anagramma di LSD) con molto centro, da far invidia a Matteo Renzi e Francesco Rutelli.

Avevano chiuso il campo di concentramento di Auschwitz, ma molti hanno deciso che a Cracovia questo non era sufficiente: hanno fatto un circolo, due progetti e in un anno ecco un evento in pieno centro con iniziative socio-culturali di una certa importanza che viene gente anche da fuori a vederle. Festiwal Kultury Żydowskiej, il Festival della Cultura Ebraica viene organizzato dalla società omonima con l'obiettivo di educare la popolazione riguardo alla storia ebraica della Polonia prima dell'Olocausto. Nel giro di pochi anni è divenuto uno degli eventi culturali più importanti di tutto il paese e probabilmente è il più grande festival della cultura ebraica al mondo. La parabola inversa rispetto alla Festa de l'Unità, in pratica.

E delle sere a strappare i biglietti c'è il rabbino, delle sere Yukka Reverberi (nessuno sa perché), delle sere Amandha Fox, pornostar del luogo non troppo carina ma con due poppe così, che qualche anno fa si candidò inspiegabilmente alle amministrative di Taranto, senza purtroppo che questa uscita le garantisse di essere selezionata per la successiva edizione del Grande Fratello.

Dice, che c'entra. Beh, dopotutto anche Lenin, aveva remote origini ebraiche, e dei 12 membri del Comitato Centrale del Partito Comunista Russo del 1918, nove erano ebrei. E a Amandha Fox pare gli piacciano circoncisi. E non vi dico di Orietta Berti.

Insomma:

Tutto torna, alla fine.

Ribellione

Comunque. Ricordate la Madonna che piangeva sangue a Civitavecchia? Qualche anno fa tutti i giornali ne parlavano dando per buona la possibilità del miracolo.

Ebbene, in un impeto di ribellione per tanta imbecillità (e con colpevole ritardo) in questi giorni anche la statua di Lenin a Cracovia ha cominciato a lacrimare.

O meglio, non proprio lacrimare, se vogliam essere pignoli. O in ogni caso: non a lacrimare dagli occhi, ecco.

Ne ha parlato anche repubblica.it, con una esauriente galleria posta nella posizione in genere riservata ai contenuti di alto livello intellettuale, ovvero nella colonna di destra, tra Cani dal sonno facile: pose strane e Buffon — D'Amico allo scoperto: dopo i mondiali ecco il primo bacio.

Vicino a Nowa Huta, in Polonia, travolta da insolito disgusto, una verde statua del compagno Lenin ha pisciato lacrime bianche sulla testa dei suoi stessi autori, i sedicenti artisti concettuali Malgorzata Szylowska e Bartoz Szdlowski, scambiandoli, senza andar troppo lontano dalla verità, per barboni abitudinari dalla non ben definita fede politica.

Note a margine
Questa è una storia vera, ma il modo di raccontarla è liberamente (per quanto pedissequamente) ispirato a Piccola Pietroburgo, capolavoro degli Offlaga Disco Pax, la miglior canzone di sempre tra quelle (ammesso che ne esistano altre) che analizzano l'inarrivabile influenza culturale del compagno Vladimir Ilyich Ulyanov ai confini più remoti dell'impero sovietico. A ja ljublju SSSR!
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