L'hard rock fluido

L'hard rock fluido

Fluido mica nel senso che avete pensato voi, brutti maiali. Fluido nel senso di aperto all'evoluzione. I Baroness con Gold & Grey dimostrano che non è un ossimoro.

29 Dicembre 2019

A chi vi dice che l'hard-rock è un genere refrattario a una qualunque forma di evoluzione, tirategli dietro i Baroness.

C'era una volta che i Baroness erano un gruppo metal. Poi è andata che, durante un tour in Germania, il loro pulmino è volato giù da un viadotto. A quel punto, quelli che ne sono usciti più o meno illesi hanno deciso che era arrivato il momento di trasformare in oro tutto quello che avrebbero toccato da lì in poi. Per esempio, smetterla di fare album solamente epici, ma passare direttamente alle opere d'arte. Di quelle stracolme di mostriciattoli, tipo Bosch, per capirsi. Post-rock, space-rock, prog-rock, psychedelic-rock, robe hard grunge alla Alice in Chains.

Simile a una stella sull'orlo del collasso che inizia a inghiottire tutto quello che ha intorno per risputarlo fuori sotto forma di qualcosa di più infuocato, Gold & Grey è il suono di una band che non si pone più limiti. Come l'universo, in espansione.

Note a margine
Questa specie di mini recensione è stato scritta in esclusiva per una classifica di fine anno di sdangher.com ed è comparso per la prima volta sull'omonimo sito, dove fa ancora la sua figura equina. Lo riportiamo anche qui per questioni di vanagloria, completezza e perché Spineless è come il cavallo: non si butta via nulla, nemmeno gli sfilacci. Ma soprattutto per non dimenticare, a perenne memoria di una band che non sembra conoscere confini di genere.
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