ADSL jazz

ADSL jazz

Una storia di indicazioni sbagliate nella foresta della profonda provincia, dove la fibra arriva a fatica ma gli operatori del servizio clienti se non altro si rendono conto.

10 Novembre 2006

Dice provi a fare questo, dice provi a fare quest'altro, spenga di qua, riaccenda di là e io provo, riprovo, spengo e riaccendo. Pare tutta un'improvvisazione in 32 battute dove la tromba non riesce a seguire il contrabbasso e la batteria spazzola a caso. Poi, contro ogni previsione, all'improvviso si ferma a pensare. Io aspetto. Poi prende tempo: «La metto in attesa», dice. Io aspetto. Musichette improbabili da maggioranza silenziosa. Io aspetto.

Son due mesi, che aspetto.

Il problema

La palpebra cala, lobotomizzata dalla ripetizione ossessiva di quelle quattro note armonicamente incoscienti e soprattutto incoscientemente MIDI, finché lui, con voce sicura, che non lascia scampo a dubbi, sopra la palpebra calata ci cala l'asso di bastoni:

  • Ho trovato il problema.

Così, con il punto alla fine.

Comunque: finalmente una buona notizia, penso (dove, ovviamente, il buono sta nel "con voce sicura" e non nel "ho trovato il problema", locuzione già sentita più volte, rigorosamente invano). E invece, dall'altra parte della cornetta: silenzio. Allora tento, molto sinteticamente, di sbloccare il suo cervello dalla modalità di stand-by in cui sembra essere finito:

  • Ovvero?

Sarà suggestione, ma mi pare distintamente di sentire il chiaro rumore di alcuni ingranaggi che si rimettono in moto:

  • Il suo modem non funziona.

Ok. A questo punto, ho bisogno di un paio di spiegazioni. Quindi — calmissimo come Ghandi quando gli trombarono la moglie — provo a riassumere la situazione:

  • Mi faccia capire: in due mesi di telefonate, attese, musichette, eccetera eccetera... Solo ora — solo lei — si accorge che è il modem che non funziona?

Lui dà sfoggio di malcelata falsa modestia:

  • Eh, evidentemente i miei colleghi non avevano fatto tutte le prove del caso.

Evidentemente no. Così mi butto sulle domande retoriche:

  • Cioè, si rende conto di quanto è esilarante la cosa dal mio punto di vista?

Lui conferma:

  • In effetti mi rendo conto.

Lui è Dario, del servizio clienti di Fastweb. Fastweb è il male. Io sono io, sempre quello.

Hero quest

Dario in effetti si rende conto: son soddisfazioni. Aggiunge inoltre, propositivo, efficiente e preoccupatissimo che io mi stia preoccupando:

  • Comunque non si preoccupi, le fornisco subito l'indirizzo del rivenditore più vicino a casa sua, in modo che possa provvedere quanto prima alla sostituzione.

Lui fornisce e io realizzo che ha un concetto tutto suo dell'accoppiata di parole "più" e "vicino".

In ogni caso saluto, mi armo degli strumenti del caso (nello specifico: piedi e abbonamento dell'autobus) e mi inoltro nella più buia periferia del grande capoluogo. Cerco la fantomatica via — che scopro esistere sul serio — e successivamente il fantomatico numero civico: 3/a.

Trovo innanzitutto il 3: un sexy shop. Meglio di niente, penso. Il problema è che è chiuso. Faccio quindi due passi avanti in quello che sembra un androne buio, e in effetti si rivela essere esattamente un androne buio. Solo due cartelli: uno, arrugginito e casualmente inclinato dalle intemperie di 37° rispetto all'asse del marciapiede recita la parola magica "EuroElettronica — rivenditore Fastweb", l'altro, ben più sgargiante, a caratteri cubitali in stampatello, se la cava con:

AFFITTASI cartello

Mi avvicino alla vetrina polverosa e provo a guardare dentro: un po' di macerie, mezza scrivania e un topo di quaranta centimetri che mi fa il gesto dell'ombrello giusto prima di scappare a nascondersi sotto uno scatolone.

Allora mi siedo (anche se il termine tecnico sarebbe "accasciarsi") su un muretto decrepito sorto in quella terra di nessuno che sempre si viene a formare, in qualunque periferia di qualunque città, tra un distributore di benzina dell'ERG e un negozio di alimentari gestito da pakistani. Mi accendo una sigaretta e — al buio, a un tot di chilometri da casa — lascio che mi scenda una lacrima lenta mentre il pensiero va a quella notizia che gira in questi giorni tra coloro che (mannaggia alla pupazza!) hanno una connessione internet: Google sta per lanciare la beta di Google Maps.

Mi rendo tragicamente conto di quanto sia esilarante la cosa, dal mio punto di vista.

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