Ammucchiata selvaggia

Ammucchiata selvaggia

Una storia vietata ai minori, fatta di incomprensioni, a tema magazine musicali proibiti, per una lotta continua contro gli edicolanti conservatori.

4 Ottobre 2006

Di fronte ad un'edicola del grande capoluogo: nemmeno fossimo in provincia, sotto casa vostra. Mi avvicino, intimamente confortato dalla presunta indiependenza delle mie letture quotidiane, ma ingenuamente ignaro del nuovo personaggio che sta per introdursi nella mia monotona esistenza, l'edicolante:

  • Buongiorno, è uscito il Mucchio di Ottobre?

Lui alza lo sguardo. Non capisce, è evidente. Io ripeto, più lentamente:

  • È uscito il Mucchio di Ottobre?

A lui la parola suona nuova:

  • Il... Mucchio?

Io specifico, impassibile (dopotutto, anche la pazienza è un'arte):

  • Sì, nel caso fosse uscito, vorrei il numero di Ottobre de Il Mucchio Selvaggio.

Ecco che si anima improvvisamente, i muscoli facciali stirati in un'espressione censoria, la voce vagamente impostata, il tono della mia maestra delle elementari:

  • Guardi, non teniamo quella roba lì.

Forse questo è il momento in cui dovrei chiedere cosa sia "quella roba lì", invece me ne esco con un qualcosa che sembra quasi una giustificazione da studente delle medie sorpreso a sfogliare Stantuffami:

  • Il Mucchio Selvaggio: è un mensile di musica, cinema, libri, performance, politica...

Lui non mi crede, è evidente:

  • Le ripeto: qui non abbiamo giornali del genere.

C'è una pausa, uno stallo. Ci guardiamo come due pistoleri con le dita a carezzare la cintura, nel polverone deserto davanti al saloon (ogni riferimento al film western di Sam Peckinpah, un bel mucchio selvaggio anche quello, è puramente non casuale). Poi io metto su uno sguardo complice e ammiccante e sussurro, sottovoce, con la nonchalance di chi ha mangiato la foglia e sa come funzionano queste cose:

Va bene, mi dia il Mucchio, e me lo incarti dentro Famiglia Cristiana.

A nervous bug in my system
Indie fino all'osso