Auto-messaggeria istantanea

Auto-messaggeria istantanea

Te lo ricordi MSN Messenger, il nonno di Whatsapp? Pensa che una volta io ho chattato da solo, nel senso proprio con me stesso. Ma te lo sconsiglio, che poi si diventa ciechi.

17 Ottobre 2008

Oggi son tornato e in casa non c'era nessuno. Cioè sì. C'era una presenza, una presenza che a molti potrebbe risultare inquietante, ignota e fastidiosa, ma che io ho riconosciuto subito: la ventola di un computer acceso. Non c'era nessuno, né i miei coinquilini né il mio compagno di stanza: solo la ventola del computer. La ventola del computer del mio compagno di stanza, s'intende.

Il mio compagno di stanza — che a voler ben vedere è anche mio coinquilino, ma ora non vorrei star qui a sottilizzare su questioni di gerarchie condominiali e di arredamento di interni — è uno che facendo la media sulla lunga distanza (che ne so, facciamo un anno) solo io riesco a lasciare il computer acceso più a lungo del mio compagno di stanza. La ventola del mio compagno di stanza invece è una roba che verrebbe catalogata alla voce "inquinamento acustico" anche durante un rave drum'n'bass organizzato in mezzo al traffico di Catania.

Allora io, felice che non ero solo in casa anche se non c'era nessuno, mi son seduto e ho acceso il mio, di computer, con relativa ventola e tutto. Roba che poi subito dopo ho pensato: va' quanti siam adesso in questa casa, staremo mica stretti?

MSN

Il problema è che poi insieme al computer alla ventola e tutto si è acceso anche MSN.

MSN è una cosa che io c'ho sempre diffidato, non so: sarà che me una roba che è l'acronimo di "Movimento Sociale Nazionalista" me mi inquieta. MSN è una cosa che se non lo addestri bene lui fa un po' come vuole e ti mette su un nervoso — tipo accendersi da solo appunto.

Si è acceso MSN, dicevo, e non ero nemmeno invisibile. Che quando sei su MSN puoi essere invisibile, possibilità questa, che sulla Terra genera un grande entusiasmo, del tutto ingiustificato però, se si pensa che invece, in altre parti della galassia, questa è una condizione assolutamente naturale. Per dire, poco distante dall'increspatura sud-orientale della nebulosa di Quipp c'è un pianetucolo che ora non mi ricordo il nome ma se la memoria non mi inganna mi pare si chiami Avalar, in cui vive un sacco di gente, ma proprio una quantità che non riuscirebbero a contarla nemmeno gli abitanti di Zarquon, loro che c'hanno cinquecentodiciassette dita per mano, una roba proprio che ci sarebbe da star stretti come le sardine platinate del mare giallo di Knjtt (così per farsi un'idea, alle sardine quelle terrestri, quando da piccole fanno i capricci, i genitori ci dicono «guarda che se non smetti ti chiudo in una scatola di sardine platinate del mare giallo di Knjtt»), solo che son tutti invisibili — su Avalar, dico — così che qualunque visitatore o esploratore lo cataloga come deserto. La cosa in particolare vale per ogni singolo abitante di Avalar stesso, che nasce, cresce e vive convinto di esser l'unico rappresentante della sua specie e infine muore di solitudine maledicendo il suo Dio — il che dimostra inconfutabilmente innanzitutto che maledire il Signore è un'usanza diffusa in tutta la via lattea e oltre e, in secondo luogo, che l'essere invisibili non ha poi questi gran vantaggi, se si esclude quello di poter entrare senza esser visti nello spogliatoio delle ragazze, capacità che però perde tutto il suo fascino se, come nel caso del pianeta in questione, anche le ragazze sono invisibili.

Insomma si è acceso MSN e allora è successo che dall'altro computer, quello con la ventola del mio compagno di stanza è uscito fuori un suono assai stupido (MSN è una cosa così arretrata che ancora pensa di riuscire ad attirare l'attenzione degli esseri umani emettendo suoni stupidi) che ha inevitabilmente attratto la mia attenzione.

Ammetto che mi son guardato intorno circospetto un bel po', prima di capire, ma poi ho realizzato come stavano effettivamente le cose: altro non era che il suono che fa MSN sul tuo computer quando qualcuno si connette su un altro. Ovvero io mi ero, involontariamente (anzi, per la precisione contro la mia volontà), connesso sul mio computer e così facendo ero comparso online sul computer vicino, nonostante il rumore della ventola tentasse invano di nascondere la cosa.

Azione e reazione

Così, incuriosito da questa faccenda che evidentemente derivava in maniera diretta dal famoso principio di azione e reazione di Newtoniana memoria (Isacco Newton era uno che ci piacevano le mele, quelle robe che una al giorno tolgon il medico di torno, mentre azione e reazione son due parole un po' fascistelle — soprattutto quando ti fan venire alla mente Azione Giovani, pseudopartito solo vagamente studentesco ma decisamente reazionario — e che van proprio a braccetto con l'acronimo che si diceva prima: tutto torna, alla fine), mi sono alzato, ho fatto un passo e mezzo (che la nostra stanza è così piccola che se fai due passi sei già fuori — se hai la fortuna di farli nella direzione della porta dico, altrimenti sbatti in un muro portante di cargongesso mettendo a rischio la fragile stabilità dell'edificio, alla faccia di tutte le normative sulla sicurezza edilizia) e mi son riseduto all'altra postazione, quella del mio compagno di stanza col computer con la ventola.

Mi son seduto insomma, e sono stato un po' a guardarmi comparire su MSN. Poi, già che c'ero, visto che MSN l'hanno inventato apposta, mi son pure mandato un messaggio. Così che, incredibilmente, un altro di quei suoni assai stupidi è uscito, ma questa volta dal mio, di computer. Allora mi son detto va' che storia, mi son alzato, ho fatto il passo e mezzo al contrario e mi son riseduto al mio posto, ho letto il messaggio che mi ero mandato e mi son risposto. Che innanzitutto la buona creanza, ho pensato, che far finta di niente e non rispondere par pure d'esser maleducati.

Insomma, farla breve, ho messo su tutta una sinfonia di bip di allerta campionati a pochi bit mischiata a una coreografia idiota fatta di alzate e sedute intervallate da volteggi di un passo e mezzo. Roba che ok che un po' di attività fisica fa pure bene, ma vedermi dall'esterno non dovevo far una bella impressione, per usare un'espressione politically correct (mi sa che sembravo scemo insomma, per usarne una meno politically correct).

In flagrante

Fortuna che alla fine poi il mio compagno di stanza quello della ventola con il computer intorno è rientrato. È successo così, all'improvviso. Che io non lo so, sarà che ero intento nelle mie operazioni di comunicazione autoreferenziale, ma non me ne son mica accorto: insomma per me è comparso, come si suol dire, dal nulla (espressione molto saggia, questa, che conferma una cosa che chiunque viaggi costantemente nello spazio-tempo — o anche solo una volta sia stato in gita con la scuola su Avalar, il pianeta di cui sopra — non può ignorare: ovvero che il nulla, di fatto, brulica di complessità multidimensionali).

Insomma è comparso. Deve esser rimasto fermo a guardarmi non so per quanto, prima di interrompermi con un quasi imbarazzato:

  • Scusa, che cazzo stai facendo?

Io ho tentato un attimo (senza grossi risultati, va detto) di ricompormi, e poi ci ho risposto misterioso come il trailer di un telefilm di serie B:

  • Eh, una cosa molto strana.
  • Strana...

Ha ripetuto lui sovrappensiero, ma con il tono con cui gli egiziani che inseguivano gli ebrei avrebbero potuto dire che era un po' strano il comportamento del Mar Rosso quando Mosè aveva aperto le sue acque agitando la verga.

Mosè era un tipo assai sfortunato, uno che secondo me Murphy quello delle leggi di Murphy si è ispirato a lui — lui Mosè, dico — per far le leggi di Murphy: egli era il prediletto — Mosè, non Murphy, sia chiaro — e infatti appena nato fu abbandonato a galleggiare in una cesta sul Nilo, poi, giusto appena la vita sembrava aver preso una via decente, gli son successe le piaghe d'Egitto, gli è toccato partire insieme a qualche milionata di persone in giro per deserti a veder se c'era modo di trovare la terra promessa (un po' come Eros Ramazzotti, ma ben oltre i bordi di periferia) e per concludere s'è dovuto fare a piedi tutto il monte Sinai per poi scoprirci in cima una nuvoletta di incenso e una voce registrata che gli diceva «Bòn, queste son le tavole della saggezza, pesan quattro quintali e mezzo, portale giù a spalla, tu che sei il prediletto». Ma questa è un'altra storia, sto divagando, e pensare che l'avevo tirato in ballo, Mosè, solo per un banale paragone e guarda dove son finito.

Comunque.

  • Una roba complicatissima.

Ci ho spiegato ("spiegato" si fa per dire) io al mio compagno di stanza, senza smettere di saltare da un computer a un altro.

  • Complicatissima come?

Come giocare a tennis da solo.

Falsa partenza
Top secret