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Indie-rock brasileiro ne abbiamo? Certo che sì, ed è una roba così pacchiana, assurda e fuori luogo da risultare quasi sexy. Almeno a detta loro.

8 Settembre 2006

Un acronimo ben noto ai cosiddetti web designer, e per questo causa di ulteriori fraintendimenti, come se non bastasse il concetto (quasi ossimoro, agli orecchi di noi poveri europei prevenuti) di "indie-rock brasileiro".

CSS per una volta infatti, non sta a significare Cascading Style Sheets, ma semplicemente che — appunto — l'indie-rock in Brasile lo sanno dare. E questa è una notizia.

Cansei de Ser Sexy: cinque ragazze e un tizio clamorosamente baffuto come un porno attore retrò, decisamente "stanchi di essere sexy", hanno preso i Pavement e li hanno fatti violentare dalle Chicks on Speed (rabbrividisco all'idea, ma Cronenberg potrebbe farci un film), mentre i primi Depeche Mode guardavano la scena in piena trance voyeuristica.

Da segnalare due cose in particolare.

I testi

Cantati in una strana lingua creata sovrapponendo un inglese del tutto personale con uno folle slang neo-paulista incomprensibile, sono una catena di geniali metafore nonsense dal sapore pseudo-futurista. Oovvero — in altri termini — una successione di colossali idiozie inframezzate da qualche provocazione decisamente sconcia e da una manciata di allusioni (bi)sessuali nemmeno troppo nascoste da giochi di parole politicamente scorretti.

La cantante

Una che già il nome d'arte è un programma: Lovefoxxx. Un (im)perfetto incrocio tra Blondie e Samantha Fox, una Rita Pavone ossigenata, vestita dagli Europe e pettinata dai Duran Duran prima maniera è — in poche parole — il pefetto sex-symbol no-global / chic-dandy del terzo millennio: sciatta in maniera studiata, sfacciata, disobbediente. Ovvero brutta, ma di tendenza (e poi su un palco chiunque diventa oggetto di desiderio).

Concludendo: un disco piacevolmente assurdo.

L'abbraccio
Il più bastardo di tutti