Il dialogo surreale (ma reale) con un soldato del Signore. Ovvero l'evangelizzazione coatta ai tempi dell'ADSL: quando ti servirebbe un tecnico della Telecom e invece ti mandano quello dell'ENEL, più o meno.
5 Novembre 2007
Senza connessione internet, nella piccola città di provincia tocca di uscire a contar due passi, fare cose e vedere gente. Anche se poi alla fine, come sempre, mi si nota di più se non vengo.
Nella piccola città di provincia, seduto su una panchina a dimenticare tutti i passi che hai appena contato, se la gente con cui hai un appuntamento è in colpevole ritardo, le cose da fare rimangon ben poche e il pericolo è sempre in agguato.
Lui è vestito come Brandon Lee ne Il Corvo, e al collo ha appeso un qualcosa che assomiglia ad un cartoncino plastificato, solo che invece di averci scritto sopra una roba tipo "pass-stampa", raffigura un Gesù acquerellato e sorridente, ma con un ghigno terribilmente simile a quello di Aphex Twin nel video di Come to Daddy. Chiaro che la prima risposta che mi viene è: «Sì, non te.»
Ma in realtà non dico un bel niente, tecnica questa che — ho sperimentato — lascia la mia coscienza ingenuamente convinta di non essere stata maleducata e contemporaneamente porta l'interlocutore quantomeno prendere in considerazione il fatto che il mio silenzio possa significare: «Fuori dalle balle, please.»
Evidentemente Non è questo il caso. Il caso in cui l'interlocutore prende in considerazione il fatto che, dico.
Chiaro che la prima risposta che mi viene è: «No». Ma in realtà rispondo come farebbe D'Alema, ovvero non dico qualcosa di sinistra ma piuttosto prendo tempo facendo il vago con tono saccente e vagamente ironico, dimenticando che non ho di fronte un Bruno Vespa qualsiasi, ma un personaggio ben più agguerrito e risoluto a portare a termine compito che gli è stato assegnato da qualcuno più in alto di lui.
Mi guarda con gli occhi del mio compagno di classe delle medie, Alberto Zinetti, di fronte alla dimostrazione del teorema di Pitagora: non stupefatti, ma nemmeno propriamente smarriti, diciamo presi in contropiede:
Nel senso che è una diceria, una malalingua, quella che si sente in giro riguardo al fatto che io sia gentile. Ma il nostro uomo evidentemente non sembra propriamente quello che si dice un tipo sveglio. È una mente semplice: non l'ha capita. Così rinnego rassegnato il mio stesso sarcasmo, come fece Pietro con Gesù ben prima che il gallo cantasse:
Bel nome di merda, penso.
Ho l'impressione che il rumore delle mie palle che cadono sia fortissimo, un frastuono, ma chiaramente è solo nella mia testa, visto che lui non fa una piega e, anzi, si sente in dovere di argomentare:
Ecco quindi che nella mia mente si figura uno sketch in cui Dio onnipotente è alle prese con un interruttore. Clic: niente. Clic: niente. «Ma porc... MARCELLINOOO!!!»
Cerco di rimanere serio:
Lui rimette su la faccia dello Zinetti: è una mente semplice, non l'ha capita. Però percepisce che non siamo proprio esattamente sulla stessa lunghezza d'onda:
Io confermo:
Il colpo è brutale, ma a mio discapito devo ammettere che era un calcio di rigore. Così provo a cambiare discorso:
Un mezzo ribrezzo piomba nell'aria:
Ecco ancora l'espressione dell'Albertino davanti all'ipotenusa: è una mente semplice, non sa chi è Corrado Augias. O forse è solo troppo giovane, quindi provo a buttarla sul rock alternativo:
Lui s'illumina parzialmente.
Secondo rigore a porta vuota su un piatto d'argento:
Un silenzio privo di neuroni utili. È una mente semplice: non l'ha capita.
Lui mi guarda vagamente deluso, però con gli occhi di chi mi ha già perdonato, perché così gli hanno insegnato. Io mi gioco l'ultimo carico:
Di nuovo mi appare Dio onnipotente, questa volta alle prese con un modem a 56k dalla voce metallica — Connetti (connessione in corso): «Il computer remoto non risponde.»
MARCELLINOOO!!!