Italia, popolo di navigatori

Italia, popolo di navigatori

Da Cristoforo Colombo a Google Maps. Com'è andata che nessuno ha più il coraggio di chiedere la direzione anche quando ha palesemente perso la bussola?

28 Aprile 2007

Qualche giorno fa camminavo perso in fatti miei, cercando le solite lattine da prendere a calci, costantemente pedinato a breve distanza da una vecchina apparentemente innocua. Ora io lo so che messa così sembra una scena de La fata carabina di Pennac, ma in questo caso la vecchina in questione non sembrava in effetti avere intenzioni ostili: semplicemente per un breve tratto delle nostre vite ci siamo trovati, io e lei, a dover fare lo stesso tratto di strada, come spesso accade con molti tratti di molte vite e molti tratti di molte strade. Coincidenze, le chiamano.

Comunque, eravamo lì a camminare persi per i fatti nostri (io i miei, lei i suoi) quando una macchina molto brutta, molto costosa e soprattutto molto cabrio si accosta al marciapiede frenando bruscamente. Mi volto a osservare la scena e vedo che il proprietario scambia due parole con la mia inseguitrice, gesticola vagamente incazzato e si mette le mani nei capelli. La vecchina quindi riprende a camminare con l'espressione alquanto turbata e mi passa accanto, scuotendo la testa e mormorndo tra sé e sé:

  • Ma pensa te se mi devo sentire mandare a quel paese perché non so dov'è una via…

Nel frattempo il rallysta metropolitano fa marcia indietro, raggiunge il punto dove io sono fermo da almeno un minuto, si abbassa gli occhiali da sole formato mosca e mi chiede con tono autoritario, indicando il navigatore satellitare da un migliaio di euro:

  • Ma porcaputtana, te almeno lo sai dov'è via Ponte alle Mosse? Questa testa di cazzo son due ore che mi sta facendo girare in tondo: sarà la quarta volta che ripasso da qui.

A me mi scappa da ridere, che non posso fare a meno di ripensare al mio professore di informatica delle medie, (lui che col computer ci parlava, lo offendeva pesantemente, chiamava in ballo sua madre — del computer dico — e a volte gli dava pure gli schiaffi sul monitor), però rispondo tranquillamente:

  • Via Ponte alle Mosse dovrebbe essere in zona Porta al Prato, per la precisione la via che parte da...

Lui mi interrompe:

  • Porta al Prato hai detto? Ok, mi basta: la trovo da solo.

E si china sul navigatore per inserire la nuova informazione, smadonnando improperi contro la sensibilità del touchscreen. Poi riparte sgommando senza salutare e sverniciando la fiancata della vecchina di cui sopra che, pochi passi più avanti, ricambia facendo il gesto di tirargli dietro la borsetta.

Io mi guardo intorno desolato. Mi vien da pensare che la gente non c'è proprio speranza. Che non impara nemmeno quando ci sbatte il capo contro, la gente.

A non fidarsi delle teste di cazzo.

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