Una recensione breve e così criptica che chiamarla recensione pare un complimento immeritato. Ma non è che La stella che non c'è di Gianni Amelio meriti molto di più, ecco.
28 Settembre 2006
Che non vi venga in mente di andare in interrail con Castellitto: è una palla colossale.
Non parla mai (al massimo ripete — con estrema lentezza — l'ultima parola che avete detto voi), ti guarda e non capisce, sta sempre mezzo incazzato e si lamenta continuamente. Ogni tanto si ferma a giocare a meccano con quattro bulloni, tre dadi e una vite che porta sempre con sé, avvolti in uno strano fagotto: in quei momenti sembra Rain Man, ma non ha la classe di Dustin Hoffman.
In più, non sa una parola di cinese.