Lavavetri cercasi

Lavavetri cercasi

È proprio vero che quando ti serve un lavavetri il semaforo è sempre verde. Come conferma Matthew de Zoete alle prese con il photo shoot per il suo ultimo album.

30 Giugno 2012

Di ritorno da un soddisfacente tour europeo, il cantautore canadese Matthew de Zoete presenta il suo terzo lavoro sulla lunga distanza, che nonostante tutto non riesce ancora a convincerci a pieno.

Colour Film infatti è un concept album autobiografico che però non è capace di evitare di cadere nella classica trappola di rivelarsti troppo autoreferenziale: potremmo dire (ma non vorremmo esser esageratamente duri con il buon Matthew che comunque ci mette l'anima) che questo disco è il corrispettivo musicale delle foto che le bimbemikia si fanno col cellulare allo specchio e poi postano su Facebook. In altri termini (forse troppo diretti, ma qualcuno deve pur avere il coraggio di dirlo) questo non è un album: è un selfie. Ed è venuto pure male.

Non basta infatti l'aver usato un remake della vecchia RolleiFlex 2.8 al posto di un'iPhone 3GS per rendere queste tracce di alto livello: Colour Film continua a suonare incompleto e incompiuto, un LP mosso, fuori fuoco e con l'obiettivo pure discretamente sporco.

Dal basso della nostra ignoranza in materia, consigliamo quindi al songwriter nord-americano, in previsione dei prossimi lavori, di dotarsi di un cavalletto, di uno stativo, di un qualunque piano di appoggio oppure, nella peggiore delle ipotesi, di ridurre il tempo di esposizione e allargare un po' il diaframma. Ma soprattutto di non dimenticarsi mai, prima, di pulire con Quasar (che, è risaputo, la tua casa fa brillar) o con qualunque altro detergente professionale sia le lenti che la superficie riflettente.

Tutto fa pop
Chiromanzia