Meglio cadere

Meglio cadere

Come dice il saggio, quello col culo per terra e il femore rotto: non è la caduta che mi preccupa, è l'impatto al suolo.

17 Gennaio 2007

La voce di due vecchi dietro le spalle. Che non è per discriminare, ma a un certo punto sei vecchio: io, per esempio, son già vecchio ora. Ma questa è un'altra storia. A un certo punto sei vecchio: succede così, e anche se non ti ci senti, vecchio, c'hai la voce, da vecchio. È uguale.

La teoria

E allora la voce di due vecchi dietro le mie spalle. Uno seduto che dice:

  • Le gambe non mi reggono più: mi metto in piedi e c'ho la schiena che non mi riesce più di sedermi e poi mi siedo e non mi riesce più di alzarmi. Ma come si fa a non sedersi se non riesci più a stare in piedi?

Che a modo suo è una domanda di quelle da perderci dietro la testa.

  • Con questi autisti poi: ai miei tempi non si guidava così.

Mi sa che è quando inizi a dire "ai miei tempi" che sei vecchio. Io saranno dieci anni che dico ai miei tempi. Ma questa è un'altra storia, la stessa di prima, per la precisione.

Uno seduto che dice le gambe non mi reggono mica, l'altro in piedi, aggrappato a qualcosa, quello che capita: un palo, un sedile, una quindicenne che tanto non se ne accorge perché sta scrivendo un sms al cellulare, un altro vecchio poco stabile ma ci si accontenta lo stesso. Uno seduto con la vita in borsa, l'altro in piedi, appeso, alla vita. Che dice:

  • Io no. Io c'ho settantotto anni ma se uno mi dice si sieda io dico stia stia, io se uno insiste poi ci sputo in un occhio, che stare in piedi c'ho dei problemi, ma a sputare una mira!
  • Ma perché? Sei troppo orgoglioso.
  • No, è che alle volte...

Io non ci volevo credere, alla voce di vecchio dietro le mie spalle:

È che alle volte è meglio cadere.

E allora poi scendi e pensi che "alle volte è meglio cadere" è una teoria commovente. E che "alle volte è meglio cadere" detta a settanta quasi ottanta anni mi sa che è una cosa da pensarci su. Una di quelle che ti fregano il cervello una volta e non te le scordi più, da come son belle.

La pratica

Poi due passi e sono inciampato, che quasi mi sfinisco tutti i denti sui sanpietrini. E lì, mentre mi contendevo gli auricolari con un piccione, mi è venuto da pensare come invece alle volte meglio cadere una sega. Alle volte meglio se si rimane in piedi, sai, caro utente paracadutista.

Che la vita è strana. Che ogni istante succede che ti verrebbe da pensare il contrario di quello che hai pensato un attimo fa. Che essere coerenti, al giorno d'oggi, in questo mondo così maiale e carnascialesco, essere coerenti è un lavoraccio.

Né bravura né fortuna. Essere coerenti oggi: è arte allo stato puro.

Per chi suona la campanella
Il cielo sopra Sesto Fiorentino