Spy story

Spy story

Quella volta che c'avevo qualcuno che mi seguiva come un'ombra. Una spia? Un assassino? Uno stalker? Un rappresentante della Bofrost? Porca miseria, che spavento che mi son preso!

2 Luglio 2007

Io ieri sera c'era un'ombra che mi seguiva. Giuro. Come muovevo un passo quella subito dietro che non c'era verso di staccarsela di dosso.

Io sarà che ho visto troppe volte L'ispettore Derrick da piccino. Ma così tante volte che a un certo punto credevo fosse un parente emigrato in Germania nel periodo della Grande Depressione. Roba che i miei poi mi dicevano per farmi star buono:

  • Spin, se non fai il bravo stasera lo zio non viene alla televisione.

Comunque. Sarà per quello o perché non c'è il mare a Praga, ma io mi son subito chiesto chi poteva averla mandata, quell'ombra così minacciosa a pedinarmi. Che mi pareva strana questa cosa qua dell'ombra che mi seguiva, io che son così buono e caro che non ho nemici, se si esclude quello screzio con Cimini per via della figurina di Borgonovo, nell'85. Ma son cose delle elementari: ora Cimini è uno stimato professionista nel campo delle pizze da asporto, non ce lo vedo proprio a sguinzagliarmi dietro un sicario così silenzioso e rapido.

Magari un'ammiratrice segreta, mi son detto. Poi «Magari!», mi son ridetto. Ma in realtà cominciavo a preoccuparmi. Che acceleravo e quella accelerava, giravo gli angoli all'improvviso e quella via che girava gli angoli più all'improvviso di me. Sempre attaccata al culo, insomma (come dice sempre il mio cane riferendosi alla sua coda).

Eh. Un po' di fifa m'era presa, te lo dirò, caro utente segugio.

Fortuna che poi alla fine son arrivato sul pianerottolo di casa e lì, con quella bella luce di taglio al neon, l'ho riconosciuta. Era la mia ombra.

E allora ho tirato un bel sospiro di sollievo, le ho dato un buffetto sulla guancia e le ho detto:

Scema, m'hai fatto spaventare.

Per tutti i santi
Povero Sergio