La nuova collaborazione tra due mostri sacri della musica sperimentale contemporanea non dà i risultati sperati. Nel senso che proprio non si realizza. Probabile che uno dei due abbia sbagliato indirizzo.
7 Luglio 2012
La notizia è che il bis della tanto attesa joint venture tra Christopher Willits e Ryuichi Sakamoto fallisce miseramente.
Non si sa bene per quale motivo: forse un errore nel segnarsi l'indirizzo del ritrovo, forse impegni prese in precedenza, ma il pioniere dell'elettronica concettuale statunitense e il visionario pianista sperimentale giapponese questa volta proprio non riescono a convergere nello stesso punto e dar origine a un altro capolavoro che sia il seguito del bellissimo Ocean Fire.
E pensare che le premesse erano delle migliori: i due si erano dati appuntamento in un posto isolato, sotto un lampione, lontano da sguardi indiscreti: la location ideale per favorire la concentrazione necessaria alla complessa fase compositiva. Ma niente: i nostri informatori assicurano di esser stati lì in attesa per tutto il giorno, senza che nessuno si presentasse.
Ora si è fatta sera, il sole è calato, e riteniamo che verosimilmente non abbia senso aspettare oltre per dire che quel che resta di Ancient Future altro non è che un disco deserto e buio, figlio di un rendez-vous mancato, che lascia giusto la sagoma di qualche rimpianto laggiù oltre l'orizzonte.