Work in progress

Work in progress

L'evoluzione dell'umarell, ovvero la pensione ai tempi dei lavori in corso in banda larga. Una riflessione metropolitana sul senso della vecchiaia nell'era del digitale.

5 Luglio 2012

Pare di sì. Io non ci volevo credere ma pare che ora ci sono i siti dei lavori in corso. I siti web, dico.

O almeno è questo il modo con cui il Comune di questa grande metropoli transennata a intervalli regolari dalla sua stessa ossessione di stare al passo coi tempi a venire mette il talento dei suoi multimedia-designer esclusivi al servizio del cittadino.

Fico

E niente. Pare che ora se stanno ribaltando il marciapiedi davanti al tuo portone, se ti stanno sventrando la strada sotto casa, se la mattina che puoi permetterti di non puntar la sveglia dell'iPhone ti puntan comunque addosso un martello pneumatico all'alba, ecco: in tutti questi casi e presumibilmente anche in altri, invece che bestemmiare tutti i Santi senza virgole nel mezzo e basta come si faceva un tempo (ed era tutta salute), ora puoi andare a cercar conforto sul sito dei lavori in corso. Anche direttamente dall'iPhone, che dopotutto è risaputo avere una sveglia di merda ma un browser niente male.

Il browser è il coso con cui ci si va sui siti, lo dico per tutti quelli che non han confidenza con l'internet, senza permettermi per questo di giudicarli, ci mancherebbe. Son sicuro che sono entrambi delle bravissime persone.

E allora sì. Vai sul sito dei lavori in corso e lì puoi trovarci tutti i perché e i come, tutti i dove e i quando. È un sito moderno, pieno di numeri, dati, bugie, alibi e contraddizioni: un po' come il libro contabile della Lega, ma meno inverosimile.

L'idea sarebbe quella di rassicurare l'utente, rendendolo partecipe di tutta una serie di segreti di stato: le improbabili motivazioni, la cronistoria degli scavi, che fine ha fatto la fermata del tram, il link alle foto hard della moglie dell'edicolante all'angolo con cui l'han convinto a svendere quel chioschetto che stava proprio lì in mezzo ai maroni, tutti i numeri di telefono da chiamare per chiedere ulteriori informazioni e ricevere in cambio una musichetta ossessiva nell'attesa di un operatore inesistente, la data di inizio del progetto, la data inevitabilmente stimata di fine del progetto, perché non è stato finito in tempo il progetto, di chi è la colpa, perché non finirà mai — il progetto, dico — e anche qual è il modo più rapido e meno indolore per liberare la sua macchina — sua dell'utente, dico — che era parcheggiata lì vicino e ora è sommersa dalle macerie e carezzata quotidianamente dal braccio meccanico di un escavatore cingolato New Holland E485 di circa 400 quintali.

Fico.

Noi

E noi?

Noi sarei io e voi tre o quattro che ancora vi ricordate le regole del tressètte, ma preferite giocare al solitario di Windows.

Perché io poi ho pensato a noi. Noi tra quarant'anni. Noi vecchietti del nuovo millennio, senza pensione ma con l'ADSL. A che triste vecchiaia ci aspetta, noi sedicenti nerd di questi cazzo di anni Duemila.

Noi nonni futuribili, senza nipoti ma con l'aria condizionata. Noi che non ci abbandoneranno al supermercato, no.

Noi umarell 2.0 ci lasceranno soli in camera, in piedi davanti alla nostra scrivania consumata dalla parte del mouse, un po' curvi, con le mani dietro la schiena.

A guardare i lavori in corso sul monitor di un computer.

Chiromanzia
Darsi buca