Circospetta primavera

Circospetta primavera

Un antipsicotico a base di Gengahr, per superare le indecisioni di una stagione lunatica come la vita e trattenere il fiato in attesa di un meteo se non proprio più indulgente, almeno più prevedibile.

22 Aprile 2015

Primi giorni di primavera. E una Santa Pasqua che quest'anno è volata relativamente bassa facendoci temere che si schiantasse sulla collina di fronte, lasciandoci così l'obbligo morbosamente curioso di correre poi a vedere cosa ne fosse rimasto, tra le macerie e i cocci, una volta che le piume di colomba si fossero adagiate di nuovo sul terreno (perché la gravità vince, sempre), in mezzo a cosce di angnello spezzate e gusci di uova in pezzi.

Niente di tutto ciò, per fortuna. Proseguiamo quindi, risorti e titubanti, verso le ferie estive, croce e delizia di questa nostra passione ricorsiva, ma perennemente lontane come l'orizzonte di un mondo che più piatto non si può, alla faccia di Copernico e di tutta la sua cricca.

Primi giorni di primavera. Bisogna stare molto attenti ai primi giorni di primavera: promettono parecchio, come certi trailer dei film, come le quarte di copertina dei libri, come i politici in campagna elettorale, come quei venerdì sera con un tramonto mozzafiato. Ma è raro che siano all'altezza delle aspettative. E allora quel che serve è una pillola per combattere la delusione, da usare domani, quando torneranno le piogge torrenziali e le minime saranno di nuovo (per loro natura) in diminuzione. Una pillola per ammortizzare l'ultimo colpo di coda di un inverno che ci ha voluto far credere di esser mite, per scollinare aprile senza lividi e superare con pazienza zen il giramento di palle dovuto all'aver sbagliato i tempi del cambio dell'armadio. Una pillola per trattenere il fiato e svegliarsi tutti sudati a maggio inoltrato.

Strategie, dell'apnea, avrebbe detto un tizio di Milano, anni fa.

Gengahr the band

Muti come un'acca

Una pillola indecisa come il meteo a tre giorni, che non sa che strada prendere e che quindi intanto prende tempo (variabile), una pillola mezza allegra e mezza no, che vi farà riflettere ma senza capire su cosa, che vi farà muovere il culo e subito dopo chiedervi imbarazzati perché lo state facendo: una pillola a base di Gengahr, principio attivo ancora poco testato, con solo tre singoli all'attivo e un album in uscita a giugno quando — finalmente, in dirittura d'arrivo verso la piena alta stagione — ne pagheremo senza sconti il prezzo, scoprendo sul serio eventuali effetti collaterali o proprietà magicamente benefiche.

Band inglese ma che per mesi (a causa di un divertente qui pro quo giornalistico) è stata incensata da molta stampa specializzata come la next big thing d'oltreoceano, con un nome che ricorda quello di un Pokémon (anzi, a voler essere precisi, con il nome che è quello di un Pokémon, con l'aggiunta di una "h" così alla cazzo dove capitava, per mettere a tacere sul nascere potenziali problemi di copyright) e una strategia di branding a di poco primaverile appunto («non avevamo né voglia né tempo per sceglierlo» — il nome, s'intende), ci è sembrata comunque — nonostante i rischi che può presentare la poca sperimentazione sul mercato — la componente più adatta da associare alla patologia descritta.

Un tentativo come un altro (tanto tentar non nuoce, diceva quello che faceva esperimenti sui topi) di ammazzare definitivamente una mezza stagione che — si sa — ormai da tempo non c'è più, e immaginarvi così più pronti per quando arriverete qua, dove da almeno tre o quattro anni è sempre il 2186 e son scomparse anche quelle intere, di stagioni, per lasciare il posto senza troppi rimorsi a una meravigliosa stagione unica (come il modello, ma meno complicata e senza commercialista): più monotona, ma paradossalmente anche più sincera, visto che promette poco o niente.

Note a margine
Questa pillola antipsicotica era stata originariamente sintetizzata nei laboratori di pilltapes.com e resa disponibile gratuitamente al grande pubblico sull'omonimo sito, dove ha salvato numerose vite prima che il boicottaggio messo su da Big Pharma a livello internazionale portasse alla chiusura del dominio e a un maxi-sequestro di pasticche musicali, poi scaraventate giù per il cesso della questura avendo cura di tirare più volte lo sciacquone. La riportiamo anche qui per questioni di sanità pubblica, completezza e perché Spineless è come il maiale: non si butta via nulla. Ma soprattutto per non dimenticare, a perenne memoria di un'artista a tutto tondo come Loretta Goggi e di quella maledetta mezza stagione che ormai è solo un ricordo dei tempi andati.
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