Non c'è rosa senza spine

Non c'è rosa senza spine

Dialogo a più voci sovrapposte: pièce metateatrale a bordo strada per curiosi con sufficiente tempo da perdere. Ovviamente, la morale è scontata: non son tutte rose e fiori.

18 Febbraio 2008

Era il suggerimento spassionato di Vannino Quadretti, durante la settimana prima vanga scelta del ricchissimo vivaio Piante & Grana di Pistoia, nel weekend croupier part-time al Bisnobba, casinò esclusivo di Montecatini Terme:

Ditelo con i fiori. Se vi rispondono a picche avete sbagliato tavolo: quello del tressètte è laggiù nell'angolo, proprio tra il biliardo e la roulette.

Intanto, giù in strada, esterno giorno:

  • Perché la portano via?
  • Una signora così per bene…
  • A chi lo dice! Me, vederla tutte le mattine, mi si apriva il cuore… me, guadarla da lontano, mi pareva che era il vanto di questo mercatino, l'ultimo baluardo delle cose fatte in casa come una volta.
  • Ma cosa vendeva? Piccolo artigianato?
  • No, non intendevo quello: dicevo che proprio lei sembrava fatta in casa come una volta… ma perché la portano via?
  • Scusi, signora, mi fa dare una sbirciatina? se solo si spostasse un poco…
  • Mamma, mi compri le figurine?
  • Ehi, ma chi sono quelli, carabinieri?
  • Secondo me è la Finanza…
  • Me mi pare l'antidroga a cavallo…
  • Ma dove l'hai visto il cavallo? Secondo me l'antidroga a casa tua, dovrebbe venire…
  • Non è un cavallo quello là?
  • Sì, è un cavallo: il cavallo della statua di Garibaldi.
  • Mamma, mi compri le caramelle?
  • E quello cos'è, un pastore tedesco in borghese?
  • Sì, un pastore tedesco travestito da chihuahua per non farsi riconoscere, ingannerebbe anche l'ispettore Derrick…
  • Ma chi le dà il diritto di parlare così? Il mio cane…
  • Signora, della serie Oh, my dog! Il suo cane sembra un incrocio tra un riccio e uno skateboard areografato male, è un dato di fatto…
  • E lei è un gran cafone, anche questo è un dato di fatto.
  • Mamma, mi compri la macchinina?
  • Sì, ma perché la portano via?
  • Certe persone non hanno proprio pietà per nessuno…
  • Non voglio pensare a che fine farà nelle mani dei servizi segreti militari…
  • Ha finito, lei, con quel suo cinisarcasmo da quattro soldi?
  • La interrogheranno…
  • La tortureranno…
  • Le faranno confessare il misfatto…
  • Eh… magari, li valesse davvero quei quattro soldi, almeno così lo potrei rivendere al primo comico di regime che incontro e spendere tutto il ricavato in Fernèt.
  • Mamma, ma la compri la plastilina?
  • Faranno sparire il corpo…
  • Ma mi faccia la cortesia… la nonna del mercatino: non ha mai fatto del male nemmeno a una pulce!
  • A proposito di pulci, dove è andato il cane? (se così vogliamo chiamarlo…)
  • Dio mio, il cane? Benitoooo!
  • Non strilli così signora, vedrà che un cane che si chiama Benito non ce l'ha avuto nessuno il coraggio di rubarlo…
  • Lei è insopportabile.
  • Comunque non è giusto…
  • Senta, e allora vada a dirglielo lei a quelli là, che si stanno sbagliando… lei che è un vecchio cliente del mercato.
  • Ma io non ho niente da dichiarare, e poi la spesa l'ho già fatta, io…
  • Questa si chiama omertà, lo sa? L'hanno detto ieri al telegiornale della televisione.
  • Sì, anche lei si chiamerebbe, per esser precisi, una grassa signora rompiscatole, ma queste son parole che non si posson dire, alla televisione all'ora del telegiornale: ci sono i bambini…
  • Mamma, il cane è tornato: mi ha appena pisciato su una scarpa… mi compri le scarpe nuove?
  • Benitoooo! Puccipuccipucci vieni qua a'mmamma…
  • Ma insomma qualcuno sa dirmi cosa vendeva la vecchietta? Che motivo c'era di portarla via così che nemmeno i N.A.S. …
  • Veramente non ricordo… delle cose… come dire… delle cose un po' così.
  • "Delle cose un po' così"… lei da grande dovrebbe fare il copywriter… "così" come?
  • Non ha ancora finito di importunarci, lei? Se ne vada… ci faccia il piacere…
  • Mamma, mi compri il cellulare?
  • Non so… come dire… quelle cose dei mercatini… belle che poi si dimenticano… e poi con chi ho l'onore di parlare, scusi, la signorina Perry Mason?
  • Ma come si permette?
  • Fate largo, signori.
  • Mamma, mi compri la playstation?
  • Facciamo largo, passano proprio di qua…
  • Signora, lei non si sforzi: è già larga abbastanza di suo…
  • Io non la sto più nemmeno ad ascoltare…
  • Su, spostiamoci…
  • Sentite, c'è anche la sirena…
  • Mamma, mi compri la sirena?
  • Guardate cosa è caduto…
  • Cosa?
  • Cosa?
  • Cosa?
  • Mamma, me lo compri?
  • Non so… credo fosse l'ultimo volantino rimasto sul banco della vecchietta…
  • Che dice?
  • Che dice?
  • Che dice?
  • Su, legga, non ci tenga sulle spine…
  • A proposito di spine…

Vendo una rosa.

Il mio banco è tarlato, e così la mia licenza di vendita: tempo scaduto, gente cara, me ne devo andare, se non vengono a prendermi prima. Non sarà possibile ricominciare da qualche altra parte. Ormai sono vecchia: saran almeno cinquant'anni che lo dico e a forza di dirlo ne sono invecchiata altri cinquanta.

Però, pensarci bene, mi ritengo fortunata: arrivata a questo punto ho ancora una casa, ammesso che ne ritrovi la strada, un letto, e d'inverno qualcuno che ne riscalda i muri, qualcuno che non conosco. Non conosco quasi nessuno, se è per questo, almeno come intendo io.

Ma le mie rose sono bellissime. Sempre state. Merito loro, io non ho mai capito né perché né come: semplicemente ne approfittavo, che è l'unica cosa che si può fare con la bellezza, credetemi. Questa qui è l'ultima. Ha ventun petali accartocciati in rima, qualche riflesso disegnato non certo a caso e il gambo alto come un bambino.

E sapete cosa vi dico, gente cara? È a un bambino che dovrebbe andare. Quattro soldi è il prezzo, scontato al minimo sindacale. Lasciateli accanto al cassonetto, giù all'angolo della strada. Qualcuno saprà che farne.

— Rosalba
  • Mamma santissima che dolcezza…
  • Mamma, mi compri i dolci?
  • Signora occhio, che con troppa dolcezza poi peggiora la situazione: grassa e col diabete…
  • Non le hanno nemmeno lasciato il tempo di vendere l'ultima rosa…
  • La compri al suo, signora.
  • Il mio cosa?
  • Bambino… è ben suo figlio, no, quella cosa che tiene per mano? Quella roba molliccia con il cioccolato sul mento la liquirizia sul bavero e un po' di urina di cane sulle scarpe che vuole la figurina, la caramellina, la matitina, la plastilina, la mascherina, la trombettina, la bambolina, la patatina, la merendina, la carabina, la velina, la cocaina.
  • Ma…
  • Via signora, non la compra la rosa alla creatura?
  • Lei è il maleducato più maleducato che abbia mai incontrato in questo mondo maleducato.
  • Mamma mi compri le sigarette?
  • Senta, le vengo incontro: investo tutti i miei quattro soldi di sarcasmo e la compro io, la rosa…
  • Faccia un po' come vuole…
  • Mamma mi compri il cavallo di Garibaldi?
  • Ecco, appunto… poi al bambino…
  • Poi al bambino cosa? Cosa sta insinuando?
  • Mamma mi compri?

Poi al bambino, se mi promette che gliela fa ingoiare con tutte le spine, gliela regalo.

Febbraio
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