Il copyright strapazzato

Il copyright strapazzato

Il mash-up portato all'estremo, per remixare audio e video contemporaneamente. Infrangere il copyright non è mai stato così facile. Parola di Sven König.

18 Settembre 2006

Sempre in tema di bastardi, l'epidemia si sta espandendo dal mondo dell'audio a quello del video. Il nuovo fenomeno in questione si chiama Sven König, è mezzo tedesco e mezzo svizzero e si è preso la briga di creare un software (C++ e Python prevalentemente, tutto sotto licenza libera GNU-GPL) in grado — in poche parole — di remixare contemporaneamente traccia audio traccia video di un qualunque filmato.

Il signore di cui sopra quindi si presenta alle sue performance live e mette subito le mani avanti:

I'll make some noise.

E quindi parte a rielaborare un archivio di immaginario pop anni '80: dai video di Michael Jackson fino ad Adamsky, passando per Seal, McHammer e tutta la polpa di MTV che ci ha fatto crescere, nel bene e nel male (sbilanciamoci: più nel male che nel bene). Tutto accartocciato sul portatile, perso in due cuffie più grandi di lui, processa, fa parlare e ri-suona letteralmente i video, trasformando (ebbene sì, non ci sono altre parole) l'immagine in suono.

Il diritto d'autore, questo sconosciuto

Parlando più seriamente (per quanto mi rimanga estremamente complicato farlo) ci sarebbe da sottolineare come Scrambled Hackz (questo il nome del progetto, anche se rende più l'idea scriverlo come preferirebbe il suo creatore — sCrAmBlEd? HaCkZ!) nasca principalmente come utile strumento per prendersi gioco delle regole del copyright:

Copyright infringements have neves been easier.

Secondo Koenig infatti, il concetto di proprietà intellettuale stride con i principi fondanti di ogni produzione culturale, negandone la natura collaborativa, e in questo senso l'idea trae dichiaratamente ispirazione in primis da Napster e dai suoi successori, andandosi a porre nella nicchia di quelle strategie artistiche e sociali di appropriazione indebita come i già citati bastard-pop e mash-up.

E ora qualche dettaglio da nerd

Il software in sé è costituito da tre moduli: un pre-analizzatore, un database e un sintetizzatore. Usando il pre-analizzatore è possibile dividere una quantità pressoché illimitata di materiale audio/video in porzioni di testo, le cui caratteristiche vengono acquisite appunto nel database che le organizza a seconda del loro valore ritmico e musicale. Il sintetizzatore analizza invece l'input audio, che può essere una traccia musicale così come la voce umana, decostruendolo e confrontando ogni dato con quelli presenti nel database alla ricerca dei più simili.

Ne deriva un flusso audio-visivo paragonabile allo stream of consciousness di Virginia Woolf o meglio di chi — come Koenig e tutti noi (inutile neghiate) — è parte della MTV generation ed è abituato a pensare la musica per immagini.

Per farla breve, Scrambled Hackz altro non è che:

A real-time mind-music-video re-de-construction machine.

Se messa così non fosse sufficientemente chiara, c'è un video che prova a spiegarvi come stanno esattamente le cose:

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