Se piangi, se ridi

Se piangi, se ridi

Dreamt for the Light Years in the Belly of a Mountain può tenervi compagnia qualunque sia il vostro stato d'animo. Salvarvi la vita, forse. Almeno a voi.

21 Ottobre 2006

Se siete tristi, ascoltate il nuovo disco di Sparklehorse: vi prenderà per mano assecondando il vostro stato d'animo e vi porterà qualche gradino sopra il fondo, dove è ancora possibile ricominciare a scendere. Perché nessuno è così idiota da pensare di curare un'infelicità nemmeno troppo latente con una musica euforica: sarebbe come fare il bagno venti minuti dopo aver ingoiato due mozzarelle in carrozza. Congestione, si chiama.

Se siete felici, ascoltate il nuovo disco di Sparklehorse: vi farà mettere la testa a posto, ma non vi tarperà le ali, così poi sorriderete, ma senza essere sguaiati. Perché nessuno è così idiota da pensare di dar spago ad una contentezza irrefrenabile con una musica incoscientemente allegra: sarebbe come fare la fine di Lapo Elkann. Overdose, si chiama.

Se siete preda dell'illusione di poter rimanere indifferenti agli eventi della vostra vita per il tempo che le rimane, ascoltate il nuovo disco di Sparklehorse: vi scioglierà e voi — non l'avreste mai detto — glielo perdonerete. Perché nessun cubetto di ghiaccio è così idiota da pensare di poter rimanere per sempre allo stato solido, sopratutto ora che — si sa — non c'è più la mezza stagione. Fusione, si chiama. O liquefazione, se preferite.

Se avete deciso di impiccarvi, ascoltate il nuovo disco di Sparklehorse: vi impiccherete lo stesso, perché se uno ha deciso di impiccarsi, prima o poi si impicca, non ci sono santi, però magari vi impiccherete tra un mese, o tra un anno. Chissà.

Se avete deciso di sfinirvi di salti di gioia, ascoltate il nuovo disco di Sparklehorse: vi insegnerà a non saltare troppo in alto, così da non sbattere la testa sul soffitto — che poi fa male.

Se non avete ancora deciso niente, ascoltate il disco di Sparklehorse: non vi aiuterà nella scelta, ma passerete tre splendidi quarti d'ora.

Insomma, non avete nessun motivo — e dico nessuno — per non ascoltare il nuovo disco di Sparklehorse. Perché Dreamt for the Light Years in the Belly of a Mountain è nient'altro che quello che il peggior critico musicale definirebbe "un gioiellino pop".

Quindi — vi prego — fate finta che non l'abbia appena detto.

Note a margine
C'è un pargrafo, in questa specie di breve recensione scritta di getto in tempi non sospetti, che risulta tremendamente inquietante nella sua preveggenza, a rileggerlo ora, alla luce di quello strumento inutile chiamato senno di poi. Trovatelo da soli, non è difficile. Niente a che vedere con profezie alla Nostradamus: d'altronde, non che fosse così improbabile, già allora, avere un vago sentore di come sarebbero poi andate le cose. Però un brivido dietro la schiena corre lo stesso veloce, e l'amaro in bocca si fa più aspro.
Leggi anche

(Quasi) morte

Non è bello ciò che è bello ma è bello ciè che è figo
Femminismi