Tu quoque, Televideo?

Tu quoque, Televideo?

C'hanno preso tutto, anche il Televideo. Una volta isola felice di austerità tedesca fluorescente, ora anch'esso specchietto per allodole gossippare, in mancanza d'altro.

29 Dicembre 2006

Il Televideo. Mi è sempre piaciuto, a me. il Televideo. Anche Polly dice le piace, a lei. il Televideo. A lei le piace in particolare la scritta dell'orario, quella su in alto a destra, dice, quella che si vedono anche i secondi. È quella storia lì dei secondi, dice, che le piace da matti: che non stanno mai fermi, quei numeretti lì dei secondi. È l'unica zona della pagina che è in continua evoluzione dice, ma allo stesso tempo è l'unica zona della pagina comune a tutte le pagine.

E io la capisco che a una cosa del genere lei non sa resistere: è un po' come un treno, dice Polly. Che, anche se arriva tutti i giorni allo stesso binario, non è mai lo stesso. Quella scritta su, in alto a destra.

A me invece mi piace anche tutto il resto, del Televideo.

La Germania degli anni '80

Che c'è da dire che il Televideo è una cosa terribilemente anni '80. È forse la cosa più anni '80 che ha resistito fino ai giorni nostri (oltre a Paolo Bonolis, s'intende). È una cosa, il Televideo, che te la guardi e non puoi fare a meno di dire: porcaputtana quanto è anni '80 questa cosa qua.

Il Televideo succede se premi un tasto particolare del telecomando: e allora ti viene fuori tutto lo schermo nero, con un sacco di scritte sopra. È un cosa austera, il Televideo, un po' tedesca, se vogliamo. Che io i tedeschi me li immagino austeri come pochi. Poi magari invece son dei mattacchioni che non si tengono: mica c'ho tanti rapporti, io, con i tedeschi.

Fatto sta che c'ha dentro tutta l'austerità della modalità testo, il Televideo. Che non c'è mica spazio per tanti fronzoli: io scrivo e te leggi, caro utente anonimo, che quel che conta è il contenuto, e se non ti va bene vai a vedere Guerre Stellari. Mi ricorda il DOS, a me, il Televideo, a volte. Che anche quello, più anni '80 di così, si muore, direbbe mia nonna.

Fluorescenze

Però, non mi fraintendere, caro utente televisivo: non è mica noioso, il Televideo, anche solo a guardarlo. No, perché, anche se alla fine son solo scritte su uno sfondo nero, sono scritte colorate con una certa allegria (che in questa sede vorrebbe dire "con colori improponibili"): fucsia, giallo fosforescente, verde brillante. Cose così, molto anni '80 anche quelle. Che se lo guardi fisso per più di cinque minuti, poi ti bruciano gli occhi. Ma è l'unica controindicazione, quella, del Televideo.

Che gli evidenziatori li ha inventati mica la Stabilo Boss, li ha inventati uno che prima lavorava al Televideo, e che poi l'hanno voluto mandare in pensione per forza: che mica ci voleva andare lui, in pensione. E allora, quasi per ripicca, ha inventato gli evidenziatori, e ora è ricco sfondato. Ingegner Astianetti si chiama: è originario di Cuneo, ma adesso, con tutti i soldi che ha incassato con gli evidenziatori, si è fatto uno chalet a Churm Kurm Kourmaiè insomma, sulle Alpi.

Sarà per quello che — se proprio lo devo confessare — a me il Televideo, con quel suo miscuglio allo stesso tempo sobrio e carnascialesco di austerità e coriandoli, mi ha sempre fatto venire in mente una discoteca di Dresda dei primi anni '90, dove giovani crucchi tentano di imparare a ballare Samantha Fox. «Che nella Germania Est gli anni '80 sono arrivati negli anni '90, a causa di una questione di muri che elude dagli argomenti trattati qui dentro», per citare la zitella Wanda Bulbezi, alla pagina 33 — gli anni di Cristo — del suo noto pamphlet 20 ricette semplici per curare le vene varicose.

Tempo reale

Oh, magari non si è capito, e allora lo ripeto: mi piace, a me, il Televideo. Mi piace perché è semplice e diretto, ci trovi tutte le notizie che vuoi quasi in tempo reale, dove «il concetto di tempo reale è un'utopia a cui possiamo sperare di tendere solo in maniera asintotica», come ebbe a dire il ragionier De Fastis, festeggiando la sua promozione a direttore generale del settore ADSL di Telecom Italia. Notizie stringate e concise che scorri velocemente e ti senti subito aggiornato. Mica come il qui presente post, che ci vorrà mezz'ora a leggerlo tutto e poi ti chiedi, ma che scrive questo? — "questo", sarei io.

Il tutto con un tono professionalmente impersonale e bipartisan e una filosofia spicciola riassumibile in "se c'è qualcosa da dire, bene, altrimenti si sta zitti" — che son robe mica più tanto facili da trovare, al giorno d'oggi.

Una paginata di pagine

Cose, queste, che gli hanno fatto acquistare un certo numero di fan, al Televideo. Infatti son tante le pagine del Televideo che son diventate famose, negli anni.

La più famosa di tutte è sicuramente, l'impareggiabile pagina 777 del Televideo: quella la conoscono tutti per via di quel discorso dei "sottotitoli per i non udenti alla pagina sette-sette-sette del Televideo". Dice Polly che anche questa storia qui, quella della pagina 777, le piace un casino, del Televideo: questo fatto che è un po' un paradosso, che la pagina del Televideo più nota al grande pubblico è in realtà una pagina che non è una pagina del Televideo vera e propria, ma semplicemente si vede la televisione come sempre, però con i sottotitoli sotto. Niente sfondo nero e scritte sbrilluccicanti: un po' una truffa, insomma, ma divertente, dice Polly.

E poi c'è la pagina 100, che anche se è la pagina cento (questa cosa qui è un'incongruenza che non ho mai capito, ma poi mi son detto, meglio non farsi troppe domande, con questi tedeschi) in realtà è la prima pagina: un po' l'homepage, del Televideo, per farti capire, caro utente internauta.

E poi la pagina 500, con tutti i programmi TV di oggi e di domani. E poi la pagina 600, con le previsioni del tempo, che mai una volta che ci beccassero.

E per finire la mitica pagina 200, del Televideo, che sarebbe quella dove iniziano le notizie sportive.

Un colpo basso

Ecco. Il fatto è che per queste feste — dev'essere per quella storia di "Natale con i tuoi Pasqua con chi vuoi" — ce ne sono mica tante, di notizie sportive. Anzi, nessuna, se vogliamo proprio essere pignoli.

Ecco. Io mi aspettavo, da una persona seria come il Televideo (che lo sa, il Televideo, che i casi nella vita sono due, in genere), o una pagina inaccessibile.

Che qui poi ci sarebbe da aprire una parentesi buffa. Perché quando una pagina è inaccessibile, nel Televideo si verifica una cosa buffissima: i numeretti che dovrebbero indicare a che punto siamo continuano a scorrere all'infinito. Arrivano a un certo punto e ricominciano da capo, senza fermarsi mai. Anche questa cosa le piace parecchio, a Polly, che ci starebbe le giornate intere a guardarli girare, quei numeretti lì, dice, che le cose che vanno, vanno, vanno e non arrivano da nessuna parte la fanno impazzire, a Polly.

A parte questo, un'alternativa sensata poteva essere anche far vedere i risultati dell'ultima giornata di campionato, che ormai risale a due settimane fa, che alla fine, finché non c'è niente di nuovo, tanto vale lasciarci l'ultima cosa degna di nota, dicevano una volta, quelli del Televideo.

E invece ieri, alla mitica pagina 200 del Televideo, c'era un reportage dettagliatissimo su dove sono andati in vacanza i calciatori più famosi.

Io, son sincero. Ci son rimasto male. Pensavo che mancava solo che in fondo alla pagina ci fosse scritto "powered by Nestlè", e poi si poteva ripetere, per l'ennesima volta: c'hanno preso tutto.

C'hanno davvero preso tutto.

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